Cosa c'è scritto nel DNA del gorilla?

Cari ragazzi vi parlo di questo articolo uscito su Nature a marzo 2012 perché vorrei farvi capire come la "lettura" del DNA, oggi diventata quasi facile da fare, ci permette di indagare la nostra evoluzione come non è mai stato possibile. Alla fine dell'800, Darwin e Huxley avevano già tratto le loro conclusioni osservando le somiglianze anatomiche e fisiologiche tra uomo, scimpanzè e gorilla. Ora, grazie al confronto delle sequenze del DNA, possiamo iniziare a capire il processo evolutivo che ha portato alla comparsa di queste tre specie. In questo articolo, i genomi dell'uomo, dello scimpanzè, del gorilla e dell'orangotango sono stati messi a confronto e i risultati ottenuti ci portano indietro nel tempo.

Questa è Kamilah, vive allo zoo di San Diego ed è la gorilla il cui genoma è stato sequenziato per la prima volta.
(http://www.nationalgeographic.it/images/2012/03/08/125454569-014c1f05-2e58-496b-9f99-bc82ca851bbc.jpg).

Il primo importante risultato, che scaturisce da questo confronto del DNA, è che lo scimpanzè è un parente più stretto dell'uomo di quanto non lo siano il gorilla e l'orangotango. Infatti, se guardate l'albero filogenetico sottostante, cioè l'albero che indica le relazioni evolutive tra queste specie, vi accorgete che l'uomo (H) e lo scimpanzè (C) sono simili al 99 % circa, l'uomo e il gorilla (G) al 98 %, mentre l'uomo e l'orangotango (O) al 97 %. Dovete sapere che alcuni nucleotidi del DNA mutano con una certa regolarità. Se si analizzano, quindi, le differenze nucleotidiche tra i genomi si può dedurre quando le linee evolutive di due specie si sono separate dall'antenato comune. Gli scienziati, analizzando in questo modo i dati descritti nell'articolo e combinando i risultati con quelli dello studio dei fossili, hanno messo in evidenza che la speciazione tra uomo, scimpanzè e gorilla sarebbe avvenuta in Africa tra 6 e 14 milioni di anni fa. La linea evolutiva dell'uomo si sarebbe separata da quella dell'orangotango 14 milioni di anni fa e 10 milioni di anni fa da quella del gorilla. Mentre la separazione tra le linee che hanno portato all'uomo e allo scimpanzè attuali sarebbe avvenuta 6 milioni di anni fa.
Un altro risultato interessante evidenzia che nel 15 % dei geni confrontati la sequenza dell'uomo è più vicina a quella del gorilla che non a quella dello scimpanzé. Questi geni sono implicati nello sviluppo del cervello e del senso dell'udito. Per un altro 15 % dei geni la somiglianza è maggiore tra scimpanzè e gorilla che non tra scimpanzè e uomo. Non dobbiamo stupirci di ciò, l'evoluzione non è lineare e specie diverse, evolutesi dallo stesso antenato comune, possono aver subito gli effetti di pressioni selettive simili, adattandosi allo stesso modo a determinate condizioni ambientali. Così nell'uomo e nel gorilla si sarebbero evoluti geni simili per un udito migliore rispetto ad altre scimmie antropomorfe.

Filogenesi della famiglia delle grandi scimmie antropomorfe ricostruita mediante il confronto del DNA. In questo articolo sono stati confrontati oltre 11000 geni. Le percentuali indicano la divergenza nucleotidica, cioè una misura delle differenze nucleotidiche trovate tra le sequenze di DNA delle specie analizzate.
(Ripreso da Scally et al., 2012).

L'uomo moderno, Homo sapiens, è comparso, anatomicamente parlando, circa 200000 mila anni fa, ma fu a partire da 50000 mila anni fa che il nostro grande cervello iniziò a fare la differenza. Fino ad allora Homo sapiens era una specie che, probabilmente, aveva uno stile di vita del tutto simile a quello delle attuali scimmie antropomorfe. E' ormai certo che la disponibilità della sequenza dei genomi delle grandi scimmie antropomorfe ci aiuterà a capire quello che è successo negli ultimi 200000 mila anni e che ci ha resi quello che siamo.
Inoltre, gli scienziati che hanno sequenziato il genoma del gorilla sperano ora di sequenziare il DNA di molti altri individui di gorilla africano per riuscire a capire il livello di diversità nucleotidica di questa specie e programmare una conservazione della biodiversità per favorire l'adattamento genetico e proteggerla dall'estinzione. Infatti, bisogna sapere che, quando cala il numero di individui di una specie, diminuisce, in genere, anche la sua diversità genetica e, di conseguenza, la capacità di reagire alle difficoltà.
Ecco, allora, che leggere il DNA ci aiuta a capire il passato, ma anche a gestire meglio il futuro!

Referenze
Scally et al. (2012) Insights into hominid evolution from the gorilla genome sequence. Nature, 483: 169-175.

Manuela Casasoli (manuela_casasoli@yahoo.it)